Assaggio

 Per scegliere un olio extravergine (EVO) è importante leggere l'etichetta che ci fornisce preventivamente indicazioni preliminari, fondamentali per orientarci.
Questa operazione non è però sufficiente in quanto avremo la certezza della bontà della nostra scelta solo dopo aver effettuato l'assaggio, ossia la verifica organolettica.
Quando ci chiedono quale sia l'olio più buono, solitamente rispondiamo che è quello che più piace in quanto il gusto non si discute dal momento che si tratta di un orientamento soggettivo e come tale va rispettato.

Quando invece ci chiedono quale sia un olio di pregio allora la cosa cambia. In questo caso occorre passare da ciò che è una valutazione soggettiva a ciò che invece possiede carattere oggettivo. La valutazione oggettiva di un olio si effettua col seguente preciso metodo: 

L'esecuzione dell'assaggio impone che si sia in buone condizioni psicofisiche ossia con mente serena e libera, senza raffreddori o altri problemi che impedirebbero o falserebbero le percezioni sensoriali.

E' necessario avere la “bocca pulita” ossia non aver fumato, mangiato e bevuto (caffè, vino ecc. ecc.) da almeno mezz'ora. Se ciò fosse accaduto occorre masticare uno spicchio di mela o sciacquarsi con acqua effervescente a temperatura ambiente.

Dal momento che, per legge, l'EVO non deve avere difetti, deve essere irreprensibile, dobbiamo disporre la nostra mente a percepire in primo luogo questi qualora vi fossero.
Potenzialmente i difetti potrebbero essere molti. Questi sono i più comuni:
  • RANCIDO: Si percepisce negli oli che hanno subito un processo ossidativo.
  • MORCHIA: Appare quando gli oli rimangono eccessivamente a contatto con le fondate.
  • MUFFA : Si rileva in oli da olive ammassate in quantità eccessiva e in contesto caldo/umido.
  • RISCALDO : Si evidenzia a seguito di una fermentazione anaerobica delle olive.
  • COTTO : E' conseguente a temperature di esercizio troppo elevate durante la fase estrattiva.
  • AVVINATO : Si ha quando le olive sono fermentate con conseguente formazione di acido acetico.
  • VERME : Emerge a seguito di molitura di olive che hanno subito attacchi di mosca.
Appurato che non compaia nessuno di questi o di altri difetti ci si concentra sulla presenza dei pregi, anzi sulla loro intensità. I pregi, oggettivamente, sono questi:
  • FRUTTATO: E' il sentore di oliva ossia il frutto-madre da cui deriva l'olio. Si può presentare con sfumature e toni diversi, da lievi a molto intensi, di oliva acerba o matura. 
  • AMARO : E' percepito nella parte posteriore della lingua e può essere più o meno persistente. Ricorda sentori vegetali che possono andare dalla mandorla appena accennata al carciofo intenso. Questo sentore testimonia la presenza di polifenoli naturali che apportano numerosi benefici al nostro organismo
  • PICCANTE: Si sente in gola e assomiglia al pizzico del peperoncino.Da molti è confuso erroneamente con l'acidità, ma questa si rileva solo attraverso appositi strumenti. L'EVO deve pizzicare altrimenti non sarebbe EVO. Questa percezione, più o meno intensa, più o meno persistente, conferma la presenza dei Tocoferoli che sono un altra importante famiglia di antiossidanti naturali. Il loro contributo salutistico riguarda soprattutto il contrasto verso i radicali liberi. Se durante l'assaggio, erroneamente, l'olio dovesse entrare in contatto con la gola, il tasso di Tocoferoli potrebbe essere tale da impedire momentaneamente la parola e provocare la lacrimazione. Detto questo passiamo all'assaggio vero e proprio che è consigliabile eseguire direttamente e non su pane o altro cibo per evitare interazioni di qualsiasi tipo.
Ci si munisce di un bicchierino che non sia trasparente per evitare che la vista dell'olio influenzi le percezioni. Va benissimo anche un bicchierino da caffè.
Si versa una piccola quantità di olio poi si pone il bicchierino nel palmo di una mano e con l'altra mano si tiene coperto. Questo serve a scaldare il prodotto che, al calore trasmesso dalla mano, sprigiona i propri aromi i quali rimangono trattenuti dalla mano che copre. Ovviamente le mani non debbono avere trattamenti a base di creme profumate o aver subito lavaggi con detergenti altrettanto odorosi.

Trascorsi almeno trenta secondi, con la massima concentrazione e la mente libera da qualsiasi altro pensiero, togliamo la mano che copre e portiamo il bicchierino al naso inspirando profondamente ma lentamente al fine di percepire le sensazioni olfattive. Domandiamoci se appaiono già all'odorato difetti e, in assenza di questi, sicuramente percepiremo sentore di oliva di intensità più o meno marcata.

Fatto questo portiamo il bicchierino alla bocca e poniamo nel cavo orale una piccola quantità di olio, circa un cucchiaino da caffè. Aspergiamo tutte le pareti interne in modo da attivare completamente le papille gustative e scaldare ulteriormente la materia sino a portarla a temperatura corporea.

Dopo circa quindici secondi, a denti stretti, immettiamo con forza aria in bocca per alcune volte. Normalmente tre volte sono sufficienti. Questo serve a potenziare le percezioni sensoriali che memorizzeremo con attenzione.

A questo punto scegliamo se deglutire o espellere l'olio dalla bocca per poi realizzare cosa questo ci ha trasmesso.

In assenza di difetti, in ordine cronologico, avremo registrato le sensazioni di Fruttato, Amaro e Piccante. Soprattutto avremo memorizzato le caratteristiche di questi sentori che, per ogni olio, sono diverse e, nel loro insieme, ne costituiscono, oggettivamente, l'identità organolettica.

Dovendo assaggiare più oli, ad esempio per analisi comparate, è opportuno, ogni volta, “pulirsi la bocca” con uno spicchio di mela o con acqua effervescente.



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